Cosa significa avere un figlio con Alto Potenziale Cognitivo? Come si riconosce questa plusdotazione? Quali percorsi scolastici e metodologie di supporto esistono per affiancare bambini particolarmente dotati e sostenere i loro genitori?
In occasione dei dieci anni di pubblicazione del Manuale Operativo – Interventi e strategie per l’alto potenziale cognitivo a supporto del sistema scolastico per i gifted children e per i ragazzi/ragazze con buon potenziale cognitivo – Potenziare il potenziale nel sistema scolastico e e Guida per Genitori, è stato organizzato della Regione Veneto, in collaborazione con ISRE (Istituto superiore internazionale salesiano di ricerca educativa), un convegno dedicato alla rifocalizzazione del tema, a Mestre, nell’aula magna dell’Istituto Salesiano San Marco, nel pomeriggio di mercoledì 3 aprile
Il convegno non intende essere solo un momento di riconoscimento di un progetto innovativo assunto a livello regionale e nel panorama nazionale, ma un’occasione per fare il punto, su alcune esperienze significative maturate sul territorio, delle prospettive di lavoro e impegno in campo e future, con l’obiettivo di mettere al centro degli interventi e delle testimonianze il benessere di tanti bambini e ragazzi, con o senza plusdotazione.
Tra gli interventi:
Elena Donazzan – assessore regionale all’Istruzione, alla Formazione, al Lavoro e alle Pari opportunità ha dichiarato: “Oggi festeggiamo un decennio importante, di cui sono molto orgogliosa: dieci anni di attenzione rivolta al mondo della scuola e all’intera comunità educante, che allora vide la Regione Veneto protagonista della prima delibera in Italia e in Europa – tanto da essere attenzionati da istituti di ricerca inglesi – per la formazione di docenti nell’accompagnamento di bambini con alto potenziale cognitivo e per le loro famiglie. Con la professoressa Lucangeli, con l’allora dirigente dell’Ufficio Scolastico del Veneto, Carmela Palumbo, abbiamo intravisto la necessità di costruire una rete tra scuola, mondo sanità e famiglie per potenziare le attitudini dei bambini plusdotati. Ora Il Veneto deve continuare a lavorare in questa direzione”.
Daniela Lucangeli – docente di Psicologia dello Sviluppo dell’Università di Padova, ha sottolineato: “ Dieci anni fa eravamo concentrati sui Bes e sui disturbi di attenzione, ma dovevamo vedere anche le alte potenzialità in essere e costruire un percorso formativo ed educativo-scolastico in grado di coglierle e farle esprimere. La vulnerabilità in età evolutiva sta sia nel basso come fattore di rischio che nell’alto, appunto i potenziali cognitivi, è non possiamo come mondo della scienza, come istituzioni, come politici, girarci dall’altra parte: rischiamo di perdere una buona fetta di bambini e ragazzi, se non puntiamo sull’intelligenza emotiva anziché sulla prestazione”.
Michela Possamai – presidente ISRE, ha dichiarato “Come ente educativo e di ricerca, abbiamo assunto l’impegno di porre sempre l’attenzione sui bisogni dei nostri giorni, ancora di più sulla sperimentazione nell’attuazione delle linee guida regionali verso i bambini con alto potenziale cognitivo, affinchè si possano costruire metodologie e strategie di supporto per la valorizzazione di talenti e peculiarità”.