Questo numero della rivista rappresenta un anello di raccordo tra formazione e vita attiva, con declinazioni che ci portano a esplorare l’inclusione sociale, l’eros pedagogico, alcune nuove forme di welfare emerse a seguito dei limiti imposti dalla pandemia, la career education.
Nell’esperienza umana ci sono cose essenziali e necessarie che spesso non ci viene facilmente rendere ragione anche se spesso ciò che ci è più prossimo ci è sconosciuto nella sua essenza. Così accade spesso della cura e della relazione educativa (Mortari, 2017).
Tra queste evidenze primarie c’è il fenomeno della cura e della passione educativa: la cura è fondamentale nella vita dell’essere umano, poiché «ogni persona vorrebbe essere oggetto di cura» e «il mondo sarebbe un luogo migliore se tutti noi ci curassimo di più gli uni degli altri» (Noddings, 2002).

Priva di cura, nessuna esistenza può fiorire. Nessuna società può assicurare una qualità della vita “sufficientemente buona” se le persone non si prendono cura le une delle altre. Per la vita, come per l’educazione, la cura è essenziale e irrinunciabile. Abbiamo urgenza di esserne consapevoli ed investiti con riflessioni alte e pratiche diffuse, con più contaminazioni possibili.

Il Patto educativo globale, che innerva la linea editoriale della rivista ISRE, ci suggerisce di inserire le sfide relative alla formazione all’interno di un contesto comunitario, il cosiddetto “villaggio dell’educazione”, all’interno del quale la corresponsabilità e le relazioni umane costituiscano i fondamenti per una crescita integrale della persona. Mettere al centro la persona e offrirle strumenti e prospettive per potersi porre a servizio della comunità è una delle priorità che ISRE cerca di perseguire sia nell’attività di ricerca che in quella di formazione, collocando il servizio a fondamento della relazione educativa.

A chiusura di questo numero abbiamo inserito una breve relazione sulla mostra “Francesco di Sales 400” allestita a Torino presso il Museo Casa Don Bosco in occasione del quarto centenario della morte del santo e aperta al pubblico dal 15 gennaio 2022 alla stessa data dell’anno successivo, come contributo a un convegno nazionale organizzato all’inizio del 2023 dalla nostra rivista e dall’Unione cattolica stampa italiana (UCSI) su fisionomia e attualità del patrono dei giornalisti e degli scrittori.

Perché fiorisca la primavera dove ora nevica.

 

Michela Possamai con Loris Benvenuti e Marco Sanavio